osservare la natura con binocolo

Osservare la natura attraverso un binocolo

A chi piace andare in montagna all’avanscoperta di bosco, sottobosco e di sentieri selvaggi, un binocolo potrebbe sempre tornare utile per potersi dedicare allo studio e all’osservazione della fauna e della flora circostante. come scegliere però il binocolo più idoneo alle proprie necessità? Vediamolo insieme.

Il binocolo è sempre stato utilizzato per vedere oggetti lontani come se si trovassero a pochi metri di distanza: l’apparecchio infatti è in grado di ingrandire oggetti che si trovano anche molto lontani da dove ci si trova. L’ingrandimento delle immagini è proprio la particolarità per cui si usa il binocolo: le immagini attraversano due serie di lenti e poi dei prismi, tramite i quali arrivano poi all’occhio umano. In pratica, si tratta di un processo che prevede prima l’ingrandimento dell’immagine e poi il suo raddrizzamento che permette all’occhio di “leggerla”.

Scegliere un binocolo, però può non essere facile perché non dipende solo dall’uso che si decide di farne, ma anche dal prezzo e dal modello dello stesso che stanno tra loro in un rapporto direttamente proporzionale. In pratica tutto cambia a seconda del modello e di prezzi binocolo richiesto. Inoltre, prima di effettuare la propria scelta ci sono diversi fattori e parametri da prendere in considerazione e che contraddistinguono un binocolo dall’altro: sono l’ingrandimento e il diametro della lente frontale gli elementi principali da raffrontare nell’acquisto del binocolo.

L’ingrandimento indica quante volte più vicino si percepisce l’oggetto osservato, mentre il diametro dell’obiettivo non corrisponde ad altro che alla misura della lente frontale e indicherebbe anche la luminosità dello strumento, che è di fondamentale importanza a fini delle sue prestazioni. Bisogna considerare anche il fattore crepuscolare, che è necessario per capire la possibilità di riconoscere un oggetto anche quando c’è poca luce intorno e si ha scarsa luminosità.

Come scegliere un binocolo

Esistono diversi modelli di binocolo tra cui è possibile scegliere quello più idoneo alle proprie idee, in genere però è possibile optare tra i modelli tradizionali detti a prisma e quelli più moderni conosciuti come prismi a tetto. Mettendoli a confronto si potrà constatare che i binocoli tradizionali permettono che all’immagine della lente anteriore arrivi all’oculare tramite una sequenza di riflessioni su lenti poste all’interno dello stesso binocolo.

I modelli conosciuti come “prismi a tetto” hanno le lenti obiettivo in linea con gli oculari e rappresentano una forma più compatta di binocolo, a scapito però dell’immagine che non è qualitativamente uguale a quella dei binocoli tradizionali. Per scegliere il binocolo giusto, bisogna capire anche qual è la distanza minima di messa a fuoco: infatti, un binocolo può mettere a fuoco usando un meccanismo centrale a ghiera, oppure essere focus free.

conoscere alga spirulina

Conoscere l’Alga spirulina

L’alga spirulina oggi viene usata per produrre diversi tipi di integratori naturali: grazie alle sue innate qualità benefiche, la spirulina si è rivelata un valido rimedio per contrastare determinate tipologie di patologie.

Tutti i benefici della spirulina

L’alga spirulina è un’alga nota per le sue eccezionali proprietà benefiche: nonostante sia una pianta molto piccola, enormi sono i benefici che il corpo umano può ricavare dal suo utilizzo grazie all’alto contenuto di principi attivi di cui è ricca. Per questo oggi la spirulina è uno degli integratori più comuni presenti sugli scaffali di erboristerie e farmacie del nostro paese. Quali sono i benefici di questa alga?

La spirulina si contraddistingue dalle altre piante per essere naturalmente ricca di proteine e di calcio vegetale che è stato dimostrato avere proprietà antitumorali.Inoltre, la pianta condensa in sé proteine, aminoacidi essenziali, minerali essenziali quali ferro, magnesio, potassio, selenio, calcio, vitamine B, A, C ed E, oltre ad acidi grassi Omega 3 e Omega 6 e si tratta di qualità che il corpo umano può subito assimilare tramite compresse o pillole che contengano estratti di alga spirulina, che anche presa da sola si è dimostrata un alimento completo e bilanciato.

Assumere spirulina significa aiutare il proprio corpo a ottimizzare il livello di colesterolo presente nel sangue, incrementare le difese immunitarie e coadiuvare la formazione delle guaine mieliniche dei nervi. Oltre a ciò, non bisogna dimenticare quanto quest’alga sia molto ricca di antiossidanti quali acido ascorbico e beta-carotene, che aiutano a combattere la comparsa dei radicali liberi, causa dei primi segni di invecchiamento della pelle.

Quando il segreto della bellezza è racchiuso in un’alga

Non sfruttare le innumerevoli qualità benefiche della spirulina sarebbe un crimine, ecco perché oggi si possono facilmente trovare anche cosmetici a base di alga spirulina che migliorano l’attività delle ghiandole sebacee e contrastano l’acne. Chi lotta costantemente contro l’ago della bilancia sarà felice di sapere che l’assunzione di spirulina stimola il metabolismo tanto che è l’integratore ideale per quanti praticano sport a livello agonistico e non, ma la sua assunzione è indicata anche per chi preferisce svolgere attività meno agonistiche e più sedentarie, in quanto fornisce il fabbisogno di proteine necessario quotidianamente, cosa che può interessare chi conduce una dieta vegetariana e vegana.

Per fortuna oggi si può facilmente reperire l’alga spirulina sia da sola che in combinazione con altri integratori a formare compresse dall’alto valore nutritivo. Oltre che in pillole e compresse, però, l’alga spirulina si può acquistare anche in polvere da usare come condimento di diversi tipi di piatti e alimenti come insalate, pesce e zuppe.

boom del sushi

Boom del Sushi

Il sushi rappresenta una buona opzione per chi desidera mangiare qualcosa di diverso… ma si trova sotto regime alimentare” L’apporto calorico di questo alimento è infatti moderato e l’assenza di condimenti lo rende perfetto per la dieta.

Sushi, l’ingrediente preferito delle diete

La cucina giapponese è un ottima soluzione per tutte quelle persone che vogliono mantenere sotto controllo l’apporto calorico, ma non vogliono rinunciare la piacere di una cena al ristorante, o di un delivery a casa. I ristoranti giapponesi ormai si trovano in abbondanza in qualsiasi città e dato che si tratta di cibo freddo, anche la consegna a casa rappresenta una buona soluzione per gustarlo. I due tipi di sushi più diffusi sono i nigiri e i maki.

I primi sono le classiche “palline allungate” di riso condito con sdraiata sopra una fetta più o meno spessa di pesce crudo, mentre i secondi sono rotolini racchiusi da una foglia di alga, che possono presentare qualche ingrediente aggiuntivo oltre al riso e al pesce, ad esempio formaggio cremoso, avocado, cetrioli, uova di pesce, etc. Per quel che riguarda il calcolo delle calorie, ovviamente il numero esatto di calorie ingerite con il sushi dipende dalla quantità di riso e dal tipo di pesce utilizzato nel nigiri o nel maki (il salmone, ad esempio, è un pesce molto più grasso del tonno o della seppia). Per dare un’idea di massima, possiamo arrotondare a una quantità variabile dalle 30 alle 60 calorie per ogni “pezzo” di sushi, senza salsa di soia (le sue 66 calorie ogni 100 grammi possono incidere non poco sul conto finale delle calorie).

Tutta salute, senza condimenti!

Considerando una media per pasto di 10/12 pezzi di sushi, consumati da soli senza salsa di soia, possiamo affermare che un pranzo o una cena a base di sushi apportano in media 450 calorie, un apporto quindi molto bilanciato anche per chi i trova sotto un regime alimentare dimagrante. Quello che può “rovinare” questo apporto calorico decisamente moderato sono: salsa di soia e altri condimenti, birra, vino o saké, antipasti, porzioni di riso extra, pietanze fritte e dolci. Anche una modesta e apparentemente innocua coppetta di zuppa di miso, che spesso accompagna il menù a base di sushi, può apportare da sola fino a 160 calorie.

Indipendentemente dal nudo e crudo conteggio delle calorie, va sottolineato che il sushi è un alimento molto sano, in quanto la preparazione di questo piatto tipico della cucina giapponese non prevede l’aggiunta di condimenti dannosi per la salute. Il pesce crudo, inoltre, mantiene tutte le sue proprietà nutrienti e antiossidanti che tende invece a perdere con le lunghe cotture di stampo occidentale, e le alghe che avvolgono i maki sono dei veri e propri serbatoi di preziose vitamine, di fibre e di sali minerali.

storia dell arca di noè

La vera storia dell’arca di Noè

Anche chi non ha frequentato assiduamente le lezioni di catechismo sa com’era fatta l’Arca di Noè. Si vede anche al cinema, nel recentissimo Noah: era un’imbarcazione di legno, lunga e affusolata, con un grande edificio costruito sul ponte. Giusto? Pare di no.

La nuova teoria del custode del British Museum

Perlomeno, secondo l’opinione dell’esperto di civiltà mediorientali del British Museum, l’eccentrico Irving Finkel, che ci ha anche scritto un libro, Me Ark Before Noah (l’arca prima di Noè). Dopo aver accuratamente tradotto un’antica versione della leggenda del diluvio universale, ritrovata su una tavoletta d’argilla che reca un’iscrizione cuneiforme, Finkel si è reso conto di avere in mano una serie di istruzioni, molto particolareggiate, su come costruire il natante. La scoperta, di per sé straordinaria, è resa ancora più affascinante da un dettaglio: l’imbarcazione descritta, infatti, era rotonda.

Tutti conosciamo la storia della mitica alluvione e di come si salvarono Noè e gli animali terresti. Questa tavoletta è stata sicuramente ispirata dal racconto biblico, giusto? No. Già si sapeva che anche i babilonesi tramandavano una loro versione del diluvio: un predecessore, conservatore del British Museum quasi due secoli fa, l’aveva infatti trovata incisa su un’altra stele di argilla, nel 1872.

Com’è fatta davvero l’Arca di Noè?

All’epoca, il ritrovamento aveva suscitato veementi proteste da parte di teologi, cristiani ed ebrei, ottimi conoscitori della Bibbia. Li disturbava in particolare dover constatare le straordinarie somiglianze tra il testo rinvenuto a fine Ottocento e la versione in ebraico del libro sacro: era difficile negare che tra le due narrazioni esistesse un fortissimo parallelismo letterario. Dal 1872 a ora, sono poi emerse altre tavolette risalenti a periodi diversi, alcune complete, altre ridotte ormai a frammenti. La più interessante è appunto quest’ultima, scritta all’incirca nel 1750 a.C., e dunque una delle più antiche a noi note.

Ciò che la rende tanto interessante è il testo della tavoletta che è per i babilonesi era una specie di coracle, un’imbarcazione tondeggiante. Nessuno se l’aspettava perché. nella Bibbia, essa viene descritta come un vascello in legno di forma oblunga. Nell’immaginario comune, questa rappresentazione dell’Arca di Noè è fortemente radicata, e pensarla come una sorta di cesto rotondo è spiazzante. Il coracle era un’imbarcazione molto diffusa all’epoca in cui è stata incisa la tavoletta? Nell’antichità, e fino alla metà del XIX secolo, questi natanti erano diffusissimi in Iraq: esistono fotografie degli anni Venti del suolo scorso che ne mostrano un’intera flotta lungo la riva di un fiume.

Fungevano da taxi fluviali: se si doveva attraversare un corso d’acqua, magari con un paio di pecore e di bambini al seguito, si affinava un comete manovrato da un traghettatore. Si tratta di un’imbarcazione leggera e caratterizzata da elevata galleggiabilità e impermeabilità: è praticamente inaffondabile, ed è proprio così che doveva essere l’Arca di Noè. Non aveva bisogno né di poppa né di prua, perché non doveva andare da nessuna parte: doveva semplicemente stare a galla, come un tappo di sughero, finchè le acque non si fossero finalmente ritirate.