probiotici alleato della flora intestinale

Probiotici alleati della flora intestinale

Quando stress e cattiva alimentazione inficiano il corretto funzionamento dell’intestino, si può correggere il tiro tramite l’assunzione di probiotici, che hanno l’effetto di riequilibrare la flora batterica intestinale ristabilendo le normali funzioni dell’apparato intestinale.

Quando lo stress si fa sentire

Forse non tutti sanno che l’organo più delicato del corpo umano è l’intestino: quando si somatizzano i problemi causa di forte stress è proprio nell’intestino che li si immagazzina e li si rielabora. A dimostrazione di ciò la prova che quando si è pieni di problemi che non si riescono a risolvere nel migliore dei modi o in tempi brevi, si soffre terribilmente con lo stomaco. Questo ne fa uno degli organi più delicati dell’organismo umano che reagisce iniziando a non funzionare più bene.

Non sono solo la cattiva alimentazione o lo stress però a compromettere la salute e la corretta attività dell’intestino, ma anche il contesto ambientale in cui si vive quotidianamente dato che il livello di smog e inquinamento presente nell’aria e nell’acqua influisce sulla salute del nostro corpo: la flora batterica, vero motore dell’intestino, è altrettanto fragile e basta un leggero cambiamento per comprometterla.

Quando il Lactobacillus Acidophilus e il Bifidobacterium Bifidus, ovvero i principali componenti della flora intestinale, mancano, ecco che nell’intestino hanno campo libero i batteri “cattivi”, il cui scopo è quello di spostarsi e attaccare altri organi attraverso il sangue e causare infezioni, intolleranze e allergie, oltre a compromettere la produzione di vitamina B e l’assimilazione del calcio. Per contrastare questi batteri cattivi è possibile assumere i probiotici.

L’aiuto dei probiotici all’intestino

In realtà, bisognerebbe assumere probiotici conducendo una sana e corretta alimentazione e non attraverso compresse o bustine di integratori. Purtroppo però oggi i media passano il messaggio errato che basti mangiare uno yogurt ricco di fermenti lattici per risolvere la questione dei probiotici, ma naturalmente non è così.

Quando non si riesce ad assumerli tramite l’alimentazione, i medici stessi consigliano ai pazienti che ne hanno bisogno di assumere degli appositi integratori che contengano esclusivamente probiotici: in questo modo, l’intestino riceverà solo probiotici puri e privi di altre sostanze eventualmente nocive. Oggi esistono diversi tipi di integratori di probiotici, per cui bisogna fare attenzione al tipo di coltura liofilizzata che dovrebbe contraddistinguersi per la durata, la resistenza ai succhi gastrici e alla zona alcalina dell’intestino, e ai sali biliari. Quando i probiotici arrivano nell’intestino, attaccano subito le pareti intestinali per dare inizio alla loro attività antimicrobica.

ago della bilancia contro

Quando l’ago della bilancia è un nemico

Capita che ci siano periodi in cui si debbano seguire dei particolari regimi alimentari per rimettersi in forma non solo dal punto di vista estetico ma perché il medico ha rivelato alcuni valori alterati nelle analisi del paziente, ritenendo giusto metterlo a dieta. Croce e delizia di ognuno è proprio la guerra quotidiana con la bilancia pesapersone.

Perché usare la bilancia

Sebbene si cerchi in tutti i modi di non venire a contatto con lei, la resa dei conti con la bilancia pesapersone sembra sempre inevitabile: che si voglia o meno arriva un periodo in cui si è troppo magri o troppo robusti per cui bisogna condurre una dieta particolare e il medico raccomanda di pesarsi almeno una volta a settimana per monitorare i progressi o meno del regime alimentare seguito. La bilancia pesapersone, quindi, sembrerebbe l’alleato ideale per riscontrare l’efficacia della dieta e per avere un riscontro immediato dei propri sacrifici. Eppure il rapporto con la bilancia non è sempre così idilliaco: c’è chi cerca di fare a meno della bilancia in casa, e chi invece non può proprio smettere di controllare il proprio peso corporeo.

L’importante è sempre cercare di non creare un rapporto conflittuale con la bilancia pesapersone anche se sembrerebbe difficile: questo strumento tanto caro ai dietologi e ai nutrizionisti di tutto il mondo, può davvero diventare un valido alleato anche per il paziente sia che debba diminuire il livello di massa grassa che incrementare la massa magra. Grazie alla bilancia elettronica, oggi si conoscere subito di quanta massa magra e quanta massa grassa si è composti e quindi, ricorrere al giusto metodo per ridurre l’una e aumentare l’altra. Nonostante il potenziale rapporto conflittuale, quindi, la bilancia va scelta con una certa cura in mezzo alla vasta gamma di strumenti esistenti.

Quando le misure sono precise

Da quelle classiche con l’ago a quelle più moderne che hanno incorporato un display elettronico con cui essere collegate allo smartphone o al tablet, la bilancia va scelta in modo da venire incontro alle proprie necessità e anche alla rivoluzione tecnologica sempre in atto. Quando si sceglie una bilancia il primo elemento di cui assicurarsi è la precisione, che può diventare estrema se la bilancia è elettronica perché misura il peso fin nei grammi.

Una buona bilancia, però, è anche quella che dimostra una costanza nella misurazione del peso corporeo, ovvero indica sempre la stessa cifra quando non ci sono cambiamenti effettivi. Altro punto a favore di una bilancia elettrica è la taratura, di cui questi modelli non soffrono ma che in quelle meccaniche dev’essere sempre inserita dopo un certo numero di misurazioni. I modelli più recenti possono calcolare anche l’indice di massa corporea e quello relativo alla massa grassa per arrivare alla stima di quello che dovrebbe essere il peso ideale di una persona.

aloe vera sul corpo

L’azione dell’aloe vera sul corpo umano

Usata fin dall’antichità l’aloe vera è giunta fino a noi conservando le sue caratteristiche proprietà benefiche che la rendono ancora oggi un rimedio utile per contrastare molti mali donando al corpo degli straordinari effetti positivi che molti medicinali non danno. Vediamo quali sono i benefici e come usare al meglio le potenzialità di questa pianta unica.

Forse non tutti sanno che l’aloe vera, conosciuta anche come aloe barbadensis miller, è la tipologia più usata di aloe sia nella produzione di prodotti di largo consumo impiegati per uso esterno che in prodotti per uso interno. Proprio perché usata per guarire ogni sorta di malanno fin dai tempi antichi, l’aloe vera è entrata a far parte del patrimonio medico di numerosi paesi nel mondo: dalle foglie di aloe, infatti, si ricava un succo la cui consistenza è simile a quella di un gel ma il cui fito complesso contiene proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie, nutrienti, depurative e remineralizzanti. Ecco perché ancora oggi il gel di aloe viene usato il gel per combattere l’insorgere della forfora sul cuoio capelluto, oppure si può usare per creare una maschera per la pelle del viso sia in caso che sia esageratamente grassa e presenti acne sia in caso sia particolarmente arrossata per recarle sollievo.

Il gel inoltre, può costituire un’ottima ed efficace la crema per il viso e per il contorno occhi perché ha la capacità di agire sulle piccole rughe che si formano intorno agli occhi e alle labbra distendendole a mo’ di filler. Gli usi del gel non finiscono qui, dato che si rivela ideale come trattamento calmante post epilatorio per rimarginare piccole escoriazioni o ferite dovute alla ceretta, ed è una vera panacea contro il gonfiore e la stanchezza di gambe e piedi.

I benefici dell’aloe vera

Come detto, dalle foglie di aloe, oltre al gel, è possibile ricavare anche il succo che possiede delle eccezionali proprietà antinfiammatorie, per cui è particolarmente adatto per chi soffre spesso di coliti, gastriti, ulcere. Bisogna però, prestare attenzione che il succo da ingerire sia privo completamente di aloina, sostanza che altrimenti potrebbe acuire e non alleviare la situazione sintomatica.

Poiché il succo di aloe è anche ricco di proprietà immunostimolanti, è possibile assumerlo in quei periodi in cui si avverte maggiormente una sensazione di stanchezza diffusa e di stress per cui l’organismo si rivela molto provato e affaticato: in questo caso, l’assunzione del succo andrà a stimolare le naturali difese immunitarie preparando il fisico contro l’attacco di virus e batteri.

come funziona l orecchio

Come funziona l’orecchio?

Quando si parla di orecchio umano, è importante ricordare che il suono è strettamente legato al movimento. Quando qualcuno parla, suona la batteria, o compie qualsiasi movimento, si verifica una perturbazione dell’aria circostante, con creazione di un’onda sonora di frequenza alternativamente alta e bassa.

Struttura dell’orecchio

Queste onde vengono rilevate dall’orecchio e poi interpretate dal cervello come parole, rumori o melodie. L’orecchio, che é costituito da cavità piene d’aria, labirintici canali riempili di liquido e cellule estremamente sensibili, comprende parti esterne, medie e interne. L’orecchio esterno consiste in un lembo cartilagineo flessibile ricoperto di epitelio detto padiglione auricolare, conformato per raccogliere e amplificare le onde sonore prima del loro ingresso all’interno dell’orecchio, dove vengono elaborate e trasmesse al cervello. Il primo elemento incontrato da un’onda sonora al suo ingresso nell’apparato uditivo é uno strato di tessuto ben teso, che separa l’orecchio esterno da quello medio: é il timpano o membrana timpanica, che vibra se colpito da un’onda sonora.

Oltre il timpano, nella cavità piena d’aria che costituisce l’orecchio medio, si trovano tre minuscoli ossicini, i più piccoli di tutto il corpo umano. Le vibrazioni sonore che giungono al timpano si trasferiscono al primo ossicino, il martello. Poi, le onde si propagano lungo l’incudine per poi arrivare al terzo ossicino, la staffa. La staffa comprime una sottile membrana detta finestra ovale: attraverso di essa, le onde sonore penetrano nell’orecchio interno, propagandosi nell’ambiente liquido in cui é immerso. Qui si trova la coclea, caratterizzata da diversi canali pieni di fluido che convogliano le vibrazioni, sotto forma di increspature, lungo le spirali cocleari.

Il sistema vestibolare e il senso dell’equilibrio

La parte centrale della coclea è attraversata dall’organo del Corti, rivestito da minuscole cellule ciliate che percepiscono le vibrazioni e generano impulsi nervosi, inviati al cervello come segnali elettrici. Il cervello interpreta lati segnali come suoni. Nell’orecchio interno si trovano il vestibolo e i canali semicircolari che contengono cellule sensoriali. Dai canali e dalle macule, informazioni relative ai movimenti del capo giungono ai ricettori, che inviano al cervello segnali elettrici sotto forma di impulsi nervosi. Il sistema vestibolare ci indica l’orientamento della nostra testa in relazione all’effetto di gravità.

Ci consente di capire se il nostro capo è in posizione perfettamente verticale o meno, e ci aiuta a mantenere il contatto visivo con gli oggetti fissi mentre giriamo la testa. Sempre nell’orecchio interno si trovano i canali semicircolari, che però più che della gestione degli impulsi sonori si occupano dei movimenti del capo. Questi condotti anulari, anch’essi pieni di liquido, fungono da accelerometri interni in grado di rilevare l’accelerazione in tre direzioni, in base all’orientamento degli anelli lungo piani diversi. Come l’organo del corti, anche i canali semicircolari utilizzano minuscole cellule ciliate per rilevare impulsi motori.

resistenza dei batteri

La resistenza dei batteri

I batteri sono tra gli esseri viventi terrestri di maggior successo, e non caso: si adattano con straordinaria rapidità all’ambiente circostante, tanto che, appena cinque anni dopo l’inizio della produzione di massa della penicillina, erano già comparsi microbi resistenti al farmaco.

Caratteristiche di forza dei batteri

Questa caratteristica rappresenta problema enorme per gli odierni farmacologi. Oggi, però, un’équipe degli degli istituti universitari Birkbeck e UCL di Londra ha scoperto il sistema utilizzato dai batteri per scambiarsi materiale generico, e in particolare i geni che garantiscono la resistenza agli antibiotici. Lo studio spiega il meccanismo d’azione del cosiddetto “sistema di secrezione di tipo 4”, che consente ai microrganismi di trasferire sostanze attraverso le proprie pareti cellulari.

Il sistema consiste in una complessa struttura proteica che movimenta le secrezioni attraverso l’involucro cellulare del batterio (la parte più esterna della cellula). Oltre a permettere la distribuzione di materiale genetico tra i batteri, esso gioca un ruolo fondamentale nella secrezione di tossine infettive, causa di ulcere, pertosse, o di gravi forme di polmonite come la legionellosi. L’intero complesso proteico attraverso il quale avviene la secrezione di tipo 4 è estremamente articolato e la sua struttura non ha precedenti noti’.

La ricerca che abbatte la forza

Il lavoro è di portata rivoluzionaria e imprimerà un nuovo orientamento a questo settore della ricerca. Presto gli studiosi saranno in grado di capire come i batteri utilizzano questa struttura e di mappare i trasferimenti dei geni antibiotico-resistenti. L’équipe è riuscita a ricostruire il sistema osservato in batteri Escherichia coli utilizzando il microscopio elettronico.Il meccanismo è organizzato in due complessi separati, uno localizzato nella membrana cellulare esterna e uno nella membrana interna, collegati da una struttura a forma di stelo che attraversa il periplasma (lo spazio tra le due membrane).

I complessi posti in corrispondenza della membrana interna ed esterna creano pori che consentono la secrezione di sostanze.La comprensione del sistema di secrezione batterica può aiutare a formulare nuovi composti in grado di sabotarlo, impedendo così la diffusione dei geni della resistenza antibiotica. Visto che la resistenza a questi farmaci è diventata estremamente comune e rappresenta oggi un grave pericolo per la salute umana, il lavoro dei ricercatoio potrebbe avere un forte impatto sulla ricerca nel campo degli antimicrobici.

Questa è la cosiddetta era post-antibiotica, ovvero l’era in cui non si dispone di sufficienti antibiotici per combattere efficacemente tutti i tipi di attacchi batterici che vengono rivolti all’organismo umano. I geni della resistenza antibiotica spesso si trovano sui plasmi che, nel mondo batterico, si comportano come chiavette USB. I sistemi oggetto di questa ricerca sono i mezzi utilizzati per trasferire da una cellula all’altra tali chiavette USB, passando così ad altri batteri per la resistenza genica.